Siamo sulla Murgia barese nei pressi di Palombaio e Mariotto, a quote comprese tra i 200 e 300 metri sul livello
del mare. Qui il terreno è disseminato di pietre aguzze di calcare del Cretaceo. Sul fondo e sui fianchi delle lame,
blande incisioni vallive, affiorano lastroni di pietra calcarea levigata dal saltuario scorrimento naturale delle acque.
Mulattiere e terreni sono delimitati da lunghi muretti a secco che insieme ai pagliari, antichi ricoveri di attrezzi e
animali, sono le tipiche costruzioni in pietra della zona. In questo territorio pietroso dominano le colture arboree
quasi sempre di ulivo. Qua e la’ si apprezzano residui dei boschi di roverella che un tempo ricoprivano buona
parte della Murgia. Pietrefitte talvolta imponenti, alte sino a tre metri circa, sono un’ intrigante caratteristica di
questa zona. Sono generalmente indicate come “i menhir di Palombaio”. Si tratta di lastroni calcarei grigi o
nocciola, talora con striature o patine rossastre, in forma di grezzo parallelepipedo o dalla tipica forma a timone.
Le pietrefitte 1 - 4 e 11 sono note da tempo (Gervasio, 1913; Malagrinò, 1978; Calò, 1999) mentre quelle numer-
ate 5 - 10 sono state mirabilmente segnalate sulla
rete da insegnanti e alunni della scuola San Giovanni Bosco“
di Terlizzi. Le pietrefitte 11 e 12 sono localizzate tra Palombaio e Mariotto nel territorio di Bitonto. Quelle numerate
1 - 10 appaiono disposte sul confine tra i territori di Bitonto e Terlizzi secondo una linea spezzata lunga circa 11
km e mediamente orientata NNE - SSW.
Recentemente è stato realizzato un accurato rilevamento della posizione dei menhir con il GPS e dell’
orientazione delle loro facce più ampie con la bussola. In mappa è riportata l’orientazione della base di ogni
megalite. Si apprezza un’ ottima corrispondenza tra orientazione della faccia più ampia e andamento del confine
comunale (linea bianca tratteggiata). Questa osservazione potrebbe confermare che l’originaria definizione dei
confini comunali abbia utilizzato posizione e orientazione delle pietrefitte. A tale proposito Gervasio (1913),
pioniere nello studio dei megaliti pugliesi, riferendosi ai menhir presenti lungo il confine dei comuni di Bitonto e
Modugno e di Bitonto e Terlizzi, ipotizzava che ’queste vetustissime colonne hanno influito non poco nel fissare i
limiti del territorio’.
Calò T. (1999) Pietre - architetture megalitiche di Puglia. Edizioni del Grifo, Lecce, 129 pp.
Gervasio M. (1913) I dolmen e la civiltà del bronzo nelle Puglie. Ditta tipografica editrice Vecchi, Trani.
Malagrinò P. (1997) Monumenti megalitici in Puglia. Schena Editore, Fasano, 232 pp.
La finalita’ di questo sito e’ quella di far conoscere e salvaguardare una preziosa eredita’ del passato che rischia
di essere irrimediabilmente perduta.